Possedere poca stima di sé può portare le persone a sentirsi depresse, a perdere il loro potenziale o a tollerare situazioni e rapporti abusivi. Troppo amore per se stessi, d’altra parte, si traduce in un senso di superiorità mal riposto e in un’incapacità di imparare dai fallimenti. Può anche essere un segno di narcisismo clinico, in cui gli individui possono comportarsi in modo egocentrico, arrogante e manipolativo.
Gli effetti dell’Autostima
L’autostima può influenzare le nostre vite in una miriade di modi, dal successo accademico e professionale alle relazioni e alla salute mentale. L’autostima non è una caratteristica immutabile: successi o battute d’arresto, sia personali che professionali, possono alimentare fluttuazioni nei nostri sentimenti di autostima.
L’aspetto personale
L’esperienza di ogni individuo è diversa, ma questa risorsa psicologica sembra aumentare e scemare in modi sistematici nel corso della vita. La ricerca suggerisce che l’autostima cresce, in misura diversa, fino all’età di 60 anni, quando rimane stabile prima di iniziare a declinare nella vecchiaia.
Come mantenerla alta?
E’ presto detto: una sana autostima si fonda sul tenere i piedi ben piantati per terra. Ciò significa essere capaci di godere dei propri successi ma anche di comprendere che il successo è un percorso, non un traguardo, dove è possibile migliorarsi di continuo. Sentirsi “arrivati”, perfetti è la principale trappola per cadere nel narcisismo, così come non riconoscere mai i propri meriti causa una influenza negativa in tutti gli aspetti della propria vita.
Dr. Rocco Chizzoniti
Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Seduta Singola | Ipnosi